Sul palco allestito in piazza del Popolo il Sindaco di Vittorio Veneto Mirella Balliana ha letto il suo discorso, che è partito dal 106° anniversario della fine della prima guerra mondiale: “Tra i milioni di morti, 48.000 furono i caduti veneti. I paesi dal Quartier del Piave fino al vittoriese nell’ultimo anno di conflitto furono i più martoriati, la popolazione composta prevalentemente da donne, bambini e anziani subì gli effetti più duri dell’occupazione, così come forti sofferenze subirono le popolazioni sulla destra del Piave, rese forzosamente profughe per permettere la miglior organizzazione al Regio Esercito. Qui nei nostri territori venne vissuta forse l’esperienza più tragica provocata dagli effetti della guerra e dell’occupazione, a causa della fame, dei soprusi e degli incidenti provocati da ordigni inesplosi. Qui si registrò il maggior numero di morti tra la popolazione civile, superiore a quello delle truppe in combattimento.
Centinaia di strade e piazze nei Comuni italiani celebrano la nostra Città. Il 4 novembre è chiaramente ed orgogliosamente parte fondamentale dell’identità vittoriese”
Sull’unità nazionale: “All’articolo 2 della legge istitutiva dell’odierna ricorrenza, si cita la possibilità di promuovere iniziative di promozione “sui temi dell’Unità Nazionale, della difesa della Patria”. . Serve un’idea di “patria” che sia “dinamica”, ossia, prima di tutto, declinata nel senso di aspirazione condivisa Inoltre, la “patria” è una casa comune in continua costruzione, e soprattutto aperta, perché inclusiva.
La cultura italiana – la “nazione” – è composta, storicamente, da un insieme di riferimenti ideali e pratiche e costumi, ossia la “tradizione”. Ma la “tradizione” è potuta diventare comune e condivisa proprio perché continuamente aperta a contaminazioni e novità, che a loro volta arricchiscono e si adattano alla tradizione stessa.
Per questi motivi, il processo di integrazione di nuove cittadine e nuovi cittadini italiani è tanto prezioso: perché permette alla nostra cultura, alla nostra nazione, alla nostra patria di rimanere viva, inclusiva, unica ma allo stesso tempo in continua evoluzione. E proprio per questo, da sindaca, mi sento tanto orgogliosa e commossa quando ho l’onore di riconoscere la cittadinanza a nuovi italiani, capaci di riconoscere ed arricchire la nostra tradizione, la nostra comunità nazionale. Che la Giornata dell’Unità Nazionale sia anche l’occasione per celebrare le identità plurali di noi Veneti e di noi Italiani, e che la nostra Italia rimanga sempre non appiattita, ma plurale, aperta e pacifica, una e indivisibile”
E’ intervenuto anche il Sindaco del consiglio comunale dei ragazzi, Paolo Zoppas, con un intervento incentrato sul valore della pace e di quanto siano proprio i ragazzi i primi promotori della sua diffusione nella società.
Alle 16, presso il Sacrario delle bandiere nel foro boario di Serravalle, è stata infine celebrata la Santa Messa in memoria dei caduti, seguita dall’ammainabandiera in piazza del Popolo.
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