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Montagne di luce: lo sfruttamento energetico dell’acqua tra Venezia e i Monti Pallidi 1889-1963

Una mostra dedicata alla storia della produzione di energia idroelettrica nelle nostre montagne

Data di Pubblicazione

16 novembre 2024

Tipologia

Comunicato stampa

Descrizione estesa

Palazzo Todesco – Vittorio Veneto

16.11.2024 – 12.01.2025

Inaugurazione sabato 16 novembre, ore 10.00

Ingresso gratuito

Vittorio Veneto (Tv), 12 novembre 2024 – Una mostra dedicata alla storia della produzione di energia idroelettrica nel sistema Piave-Cellina-Livenza dall’Unità d’Italia ad oggi. Una storia complessa e con molti chiaroscuri, che accompagna l’inizio dello sviluppo industriale del Veneto e che viene puntualmente ricostruita nel quadro delle politiche nazionali e delle trasformazioni economiche, sociali e culturali del Paese.

“Montagne di Luce” è la nuova e inedita esposizione che sarà ospitata a Palazzo Todesco di Vittorio Veneto, dal 16 novembre 2024 al 12 gennaio 2025.

La mostra si apre con un impressionante modello originale in scala 1:85 della diga del Vajont, realizzato da ISMES alla fine degli anni cinquanta come plastico progettuale. Accanto ad esso, nella medesima scala, un modello del campanile di San Marco di Venezia, realizzato dall’Università di Udine con lo scopo di far percepire immediatamente ai visitatori l’imponenza della diga.

A completezza dei due plastici, un monitor con filmati originali sulle costruzioni delle dighe negli anni 50 – 70.

La mostra prosegue poi al piano superiore con 30 pannelli arricchiti da foto, mappe e grafici che raccontano, in un percorso che si snoda tra spazio e tempo, le tappe fondamentali della storia del sistema Piave-Cellina-Livenza.

La mostra si conclude con una riflessione sul futuro della montagna in un’epoca caratterizzata da una crescente scarsità di risorse idriche, in cui l’acqua è l’elemento intorno al quale si gioca la sopravvivenza dell’uomo e di molte specie animali e vegetali.

L’iniziativa – parte del programma di ricerca e divulgazione “Dolomiti, metamorfosi di un paesaggio”, gestito dalle Università degli Studi di Padova e di Udine, in collaborazione con il progetto “mu.ri museo diffuso regionale dell’ingegneria”, con il sostegno di CNA e di altri partner pubblici e privati – promuove la conoscenza del paesaggio dolomitico e delle sue trasformazioni nel tempo riscoprendo il valore delle infrastrutture quali testimonianze storiche del rapporto tra uomo e natura, capaci di raccontare i territori e le comunità che vi abitano e di costruire “ponti” tra passato e futuro.

In questo scenario si inseriscono le “metamorfosi” del paesaggio alpino e prealpino generate dalle opere dell’idroelettrico: cambiamenti radicali, che nel XX secolo mutano il volto di luoghi – in primis, laghi e corsi d’acqua – già modificati in passato per consentire il trasporto a valle dei materiali (in particolare del legno) e l’irrigazione dei terreni aridi sopra la linea delle risorgive. La montagna diventa sempre più una risorsa da sfruttare per garantire l’espansione produttiva di Venezia e di tutto il Nord Est, nel solco di una tradizione millenaria che in queste zone vede “terra” e “acqua” in perenne conflitto.

La mostra, ad ingresso gratuito, sarà aperta tutti i sabati e le domeniche, orario 10.00 – 12.00 e 15.00 – 19.00. Durante le festività, sono previste delle aperture straordinarie nei giorni 26 dicembre, 1 gennaio e 6 gennaio.

Enrico Padoan, assessore alle politiche per la cultura del Comune di Vittorio Veneto: "Il progetto mu.ri. è un eccellente esempio di positiva interazione fra accademia e partner pubblici e privati. Un progetto ambizioso di cui abbiamo l'onore di poter ospitare un'esposizione chiave all'interno del programma triennale. La storia dello sfruttamento idroelettrico di zone a noi tanto vicine è una storia che può essere affrontata soltanto da una prospettiva multidisciplinare: non esiste un sapere scientifico che non sia intrecciato a processi, con pesanti ricadute socio-economiche, entro cui questo sapere viene applicato. Il disastro del Vajont, in particolare, rimane un monito senza tempo: ci ricorda una storia di progresso tecnologico, di trasformazione antropica del paesaggio e dell'ambiente, ma anche di interessi particolaristici che drammaticamente sfuggirono al controllo democratico e finirono per uccidere migliaia di persone. Al progetto mu.ri. il merito di offrire l'occasione per conoscere queste vicine storie e per riflettere una volta di più su queste tematiche tanto attuali". 

Barbara De Nardi, assessore al turismo del Comune di Vittorio Veneto: “Il 9 ottobre 1963 il disastro del Vajont ha aperto una profonda ferita non ancora rimarginata nella memoria collettiva e determina una cesura storica – “un prima e un dopo” – nello sviluppo economico e sociale dell’intera regione. Questa mostra è un’occasione in più per riflettere su questo fatto storico e sull’intero contesto socio economico nel quale è avvenuto”

Rino Carpenè, presidente di CNA Vittorio Veneto, e Giovanni Napol, delegato CNA per i rapporti con il Comune di Vittorio Veneto: “La CNA di Vittorio Veneto è ben lieta di sostenere, assieme alle Associazioni provinciali CNA di Treviso e Belluno, la mostra “Montagne di luce” per l’elevato contenuto scientifico dell’iniziativa e per l’opportunità di divulgare tra la popolazione la conoscenza dell’impatto che le opere idrauliche hanno avuto nel secolo scorso sull’economia, sul paesaggio e sulla vita quotidiana delle persone. Lo sviluppo del nostro territorio non è avvenuto per caso, ma a seguito di pianificazioni e interventi strategici, a cui ha dato il proprio contributo determinante il comparto dell’artigianato. Riflettere sulle positività e sulle criticità del passato ci può consentire di migliorare la governance del territorio in un momento delicatissimo per gli equilibri tra le necessità della produzione e quelle della salvaguardia dell’ambiente”

 

Mostra a cura di:

mu.ri museo diffuso regionale dell’ingegneria

Con: Giorgio Pradella, Andrea Zannini, Elena Longhin, Francesca Pangallo, Alessandra Orlando, Veronica Tegon

Con contributi di: Tullia Iori, Marco Giampieretti, Mauro Varotto, Francesco Chinellato 

Progetto universitario di ricerca e divulgazione: Università degli Studi di Padova; Università degli Studi di Udine

Comitato scientifico: Giorgio Pradella, Francesco Chinellato, Giovanni Luigi Fontana, Marco Giampieretti, Tullia Iori, Elena Svalduz, Mauro Varotto, Stefano Zaggia, Andrea Zannini 

Gruppo scientifico interdisciplinare: Bruno Barel, Marco Bertilorenzi, Edoardo Currà, Gianmario Guidarelli, Marcello Libralato, Elena Longhin, Luca Molinari, Francesca Pangallo, Livio Petriccione, Marco Tonon

 

 

 

Ultima modifica: sabato, 16 novembre 2024

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