“Un sentito e doveroso omaggio ad un artista vittoriese recentemente scomparso, ma ben presente nel nostro cuore”. Così l’Assessore Antonella Uliana annuncia la mostra dedicata a Luigi Marcon che sarà inaugurata alla Galleria Civica “Vittorio Emanuele II” sabato 17 febbraio alle ore 11. “Le creazioni di Marcon sono vedute emozionate, testimonianza di una condizione di empatia tra l’uomo e le cose, espressione di un naturalismo che non si limita a fissare l’apparenza ma ferma in immagini di grande intensità poetica il sentimento della natura”, scrive poi l’Assessore Uliana nel suo testo critico.
"Il titolo scelto per questa mostra si riferisce al segno con cui Luigi Marcon ha inciso le matrici che hanno dato vita alle sue opere, delle quali in Galleria Civica viene esposta, della sua vastissima produzione calcografica, una piccola selezione riguardante in particolare l’ambiente vittoriese e il paesaggio veneto; ma il titolo allude anche al profondo segno che lui ha lasciato nella nostra comunità e nel mondo dell'arte", spiega Francesca Costaperaria, Conservatore dei Musei Civici di Vittorio Veneto, che ha curato la mostra.
La mostra sarà visitabile fino a domenica 5 maggio nell’orario di apertura al pubblico della Galleria Civica (venerdì, sabato, domenica e festivi ore 10-12 e 15-17, o su prenotazione; www.galleriavittorio.it).
Luigi Marcon (Tarzo 1938 – Vittorio Veneto 2023)
Incisore e pittore, apprende l’arte calcografica a Venezia, prima all’Istituto d’Arte con Carlo Dalla Zorza, poi presso il Centro Internazionale della Grafica con Riccardo Licata. Dal 1960 partecipa ad importanti rassegne di grafica nazionali ed internazionali, conseguendo premi e riconoscimenti; allestisce innumerevoli personali in Italia e all’estero.
Nella sua attività di incisore ha realizzato oltre 4500 matrici, eseguendone personalmente la stampa con torchio a stella. Numerose sono dedicate alla Germania; tra queste, l’incisione a colori della città di Landshut scelta dal Ministero della Repubblica Federale Tedesca per il francobollo nazionale commemorativo “800 Jahre Landshut” emesso nel 2004.
Per molti anni si è dedicato anche all’insegnamento della calcografia, in particolare presso il laboratorio in via Manin a Vittorio Veneto, conosciuto come la “Saletta della Grafica”, dove si sono formati numerosi suoi allievi. Questo è il segno, non appariscente ma ancora più profondo, che Luigi Marcon ha lasciato.
Le tecniche calcografiche utilizzate da Luigi Marcon sono principalmente l’acquaforte-acquatinta e la vernice molle-acquatinta.
Con il metodo dell’acquaforte la lastra di rame o zinco viene levigata, preparata con un sottile strato di vernice e annerita con nerofumo. Il disegno viene eseguito con una punta di acciaio che toglie la vernice nei segni incisi. La lastra viene poi immersa nell’acido, che penetra nei punti dove la vernice è stata asportata ed incide il metallo con una profondità proporzionale al tempo di immersione.
Un metodo simile è quello della vernice molle, in cui la lastra viene preparata con una vernice pastosa ed il disegno viene eseguito con una matita su un foglio appoggiato sulla lastra. Tolto il foglio, nei punti corrispondenti al tracciato della matita la lastra rimane scoperta e lì verrà intaccata dall’acido, creando poi nella stampa dei segni dal tratto morbido simile a quello di una matita o di un carboncino.
L’acquatinta è un trattamento successivo a quello dell’acquaforte. La lastra viene ricoperta uniformemente con uno strato di colofonia. Viene poi nuovamente immersa nell’acido che, penetrando tra i granelli di polvere, corrode il metallo e crea una porosità che darà alla stampa un effetto molto simile a quello dell’acquerello.
Una volta lavorata, la lastra viene ricoperta di inchiostro che si deposita nelle parti incise e, dopo il lavaggio e la finitura, è pronta per la stampa. Con la pressione esercitata dal torchio, l’inchiostro contenuto nelle parti scavate si trasferisce sul foglio, creando effetti diversi a seconda della tecnica utilizzata.
Il sentimento della natura di Antonella Uliana
Dagli inizi degli anni Sessanta, quando Luigi Marcon comincia il lavoro calcografico, si dedica a questo nobilissimo e antico settore dell’arte con la costanza di chi è animato da grande passione e crede profondamente nei risultati conseguibili mediante l’impiego della punta d’acciaio. Dimostra di essere un incisore innamorato della sua professione, di quel processo lungo e segreto, per certi aspetti quasi alchemico, che accompagna da sempre la preparazione di una lastra e poi la stampa sul foglio. E le sue opere esprimono così quella autorevolezza tecnica, tematica e stilistica che solo un lavoro assiduo e un’autentica ispirazione creativa permettono di raggiungere. Dedizione per la pratica incisoria quindi ma anche contemplazione emozionata della natura nella quale trova compiuta sintesi la sua personale concezione estetica ed etica.
Le radici venete di Luigi Marcon emergono nelle ariose vedute della campagna trevigiana, nelle poetiche immagini delle colline asolane, dei corsi d’acqua, delle valli ombrose e dei declivi assolati. Attraverso un segno puntuale ed elegante e mediante raffinate tramature chiaroscurali descrive la bellezza di un territorio intimamente compreso e vissuto. In questo ambiente vive l’uomo. La sua presenza è testimoniata da fienili, castelli e cascine, capanni e casolari, piccoli borghi o chiesette di montagna che definiscono spazi quieti e silenziosi, strappati allo scorrere del tempo e della storia e consegnati alla sedimentazione della memoria. Lastra dopo lastra prendono forma, come nella spontaneità e immediatezza di un diario, visioni incantate che fermano emozioni, sensazioni e ricordi. La sua attenzione per le vibrazioni luminose e gli effetti di contrasto ombra/luce evidenziano le radici culturali di un linguaggio che attinge alla sua regione d’origine, il Veneto di Cima da Conegliano, Tiziano, Giorgione, Tintoretto, Tiepolo. È con questi grandi maestri infatti che il paesaggio diventa parte fondamentale della rappresentazione, luogo di armonia in cui uomo e natura si trovano spontaneamente a convivere. Il colore della grande pittura veneta viene da Marcon evocato tramite la modulazione della luce, l’addensarsi delle ombre, le velature, i riflessi, le densità di incisioni che esprimono pienamente l’amore per la sua terra.
Luigi Marcon aderisce pienamente alla realtà. Le sue creazioni sono vedute emozionate, testimonianza di una condizione di empatia tra l’uomo e le cose, espressione di un naturalismo che non si limita a fissare l’apparenza ma ferma in immagini di grande intensità poetica il sentimento della natura.
Galleria Civica Vittorio Emanuele II
Viale della Vittoria 321, Vittorio Veneto TV
tel.: 0438.552905, mail: galleriavittorio@comune.vittorio-veneto.tv.it
www.galleriavittorio.it
Apertura al pubblico:
Venerdì, sabato, domenica e festivi ore 10-12 e 15-17, o su prenotazione
Biglietto d'ingresso: Intero € 5, Ridotto € 3 (Collezione permanente e mostra temporanea)
Visite guidate e attività didattica:
Aqua:lab Ambiente Cultura Turismo
tel.: 388.4741241, mail: info.vittorioveneto@aqualab.it